TRANSIZIONE ECOLOGICA: COS'È E PERCHÈ È IMPORTANTE

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La transizione ecologica fa parte di un percorso finalizzato ad ottenere un futuro più sostenibile, attraverso un presente in cui individui e istituzioni cooperano per il raggiungimento della neutralità climatica.

In Italia, questa sfida ha portato il Comitato interministeriale della transizione ecologica (CITE), sotto la supervisione del Ministero della transizione ecologica, a realizzare un cronoprogramma contenente una serie di disposizioni economiche, sociali, politiche e ambientali – il cosiddetto Piano nazionale di transizione ecologica (PTE) – che si inserisce in quel proposito ambizioso introdotto dalla Commissione Europea con il Green Deal.

Il Green Deal è un pacchetto di iniziative che traccia le nuove politiche UE in materia di clima, trasporti, energia e fiscalità. Stilato in aderenza agli obiettivi climatici fissati dall'Accordo di Parigi del 2015, pone le basi a quella necessaria rivoluzione verde che da una parte è finalizzata a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e dall'altra a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Alla luce di questi obiettivi, il PTE pone al centro delle più importanti transizioni ecologiche tutti i principali temi connessi al progresso umano, quali l'economia, l'industria, l'agricoltura, l'energia, la mobilità, la produzione e l'approvvigionamento di beni e il raggiungimento del benessere collettivo.

Lo scopo è quello di arrestare il processo di degradazione connesso allo sviluppo antropologico e sostenere la transizione ecologica ambientale, ad oggi l'unica strada percorribile contro i cambiamenti climatici che minacciano il pianeta.

Transizione ecologica: significato e definizione

Con il termine di transizione ecologia ci si riferisce a un processo di trasformazione finalizzato a porre un freno a tutti quei fenomeni considerati dannosi per l'ecosistema e per il benessere dell'uomo sulla Terra.

A sancire questo aspetto, l'etimologia del termine ecologia, derivante dal geco òikos, che rimanda al concetto di abitazione o casa, comprensivo dei beni e delle persone che la popolano.

La definizione di transizione ecologica delinea, infatti, un nuovo modello economico e sociale, sviluppato per riformulare radicalmente – e in modo più sostenibile – il modo in cui le risorse del pianeta vengono sfruttate per vivere, produrre e lavorare. Tutto questo permette di chiarire come funziona la transizione ecologica, cos'è, ma soprattutto quali sono gli obiettivi fissati dall'Italia e dall'Europa per attuarla nel concreto.

Transizione ecologica: i cinque obiettivi

Il Piano per la transizione ecologica, strettamente allineato alle politiche ambientali previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si compone di una serie di misure, finalizzate al conseguimento di cinque macro obiettivi.

I propositi, naturalmente, sono condivisi da tutti i paesi europei e comprendono:

  •        La neutralità climatica, che punta ad azzerare i gas a effetto serra rilasciati nell'ambiente delle attività di origine antropica -produzione di energia, mobilità, processi economici e industriali- tramite il progressivo abbandono delle fonti fossili, in favore delle fonti rinnovabili;
  •        Il ripristino della biodiversità, che ha come fine quello di ristabilire la naturalità di aree spesso degradate, come fiumi e zone costiere, ma anche di preservare il patrimonio esistente, sostenendo e valorizzando la biodiversità terrestre e marina tramite l'istituzione di nuove aree protette;
  •        L'adattamento ai cambiamenti climatici, che si pone come obiettivo il superamento delle conseguenze che i cambiamenti climatici hanno sul territorio, sulla biodiversità e sulle economie locali, attraverso interventi atti a contrastare il dissesto idrogeologico, sostenere le risorse idriche e incrementare il livello di resilienza dei complessi antropologici e naturali;
  •        La transizione verso l'economia circolare e la bioeconomia, una prospettiva che prevede il superamento delle vecchie logiche dell'economia lineare in funzione del nuovo modello dell'economia circolare, basato sul riutilizzo, sul riciclo e sul contrasto degli sprechi. Si tratta di un modello che prevede produzioni più durevoli, finalizzate a estendere il ciclo vitale dei prodotti, riducendo la probabilità che finiscano in discarica e limitando il consumo di risorse necessarie per la fabbricazioni di nuovi beni;

L'azzeramento dell’inquinamento, attraverso l'incentivazione della mobilità sostenibile, in contrasto alla congestione stradale, al fine di decarbonizzare territori urbani ed extraurbani e riportare l'inquinamento a livelli inferiori alle soglie limite fissate dall'OMS fino al progressivo azzeramento.

Cosa possiamo fare per la transizione ecologica?

Alla luce delle diverse problematiche ambientali, spesso ci si chiede cosa si possa fare per diventare parte attiva della transizione ecologica. Com’è facile immaginare, il primo passo sottende inevitabilmente la riduzione del proprio impatto ambientale attraverso un cambiamento culturale, seguito dalla necessaria conduzione di uno stile di vita più sostenibile.

In particolare, per innescare una nuova consapevolezza basata sugli obiettivi della transizione ecologia, si può innanzitutto lavorare sugli spostamenti quotidiani, provando ad abbandonare l'auto o riducendo il tragitto percorso ogni giorno sui mezzi a motore, in favore di forme di mobilità dolce basate su percorsi perdonali e ciclabili.

Ma la strada per la transizione ecologica passa soprattutto per l'adozione di buone abitudini alimentari e in particolare per la riduzione del consumo di carne. Basti pensare che l'allevamento e l'abbattimento degli animali sono responsabili del 60% delle emissioni a effetto serra rilasciate dalle produzioni alimentari, senza considerare la deforestazione, necessaria per la produzione agricola di mangimi, ma che oggi rappresenta una minaccia per l'ambiente e per la biodiversità.

In parallelo, è fondamentale fare attenzione ai consumi energetici: occhio quindi all'utilizzo irresponsabile di gas e luce così come agli sprechi e, se possibile, cercare di optare per fonti di approvvigionamento energetico completamente rinnovabili.

Naturalmente, per far parte della transizione ecologica, è altrettanto importante ridurre gli acquisti, provare a estrarre un valore maggiore dai prodotti, attraverso l'estensione del loro life Cycle, ed evitare che finiscano in discarica. Infine, è fondamentale essere d'esempio, cercare di innescare una catena virtuosa e fare in modo che ognuno, nel proprio piccolo, possa diventare parte di questo cambiamento

Transizione ecologica: esempi

La transizione ecologica conduce verso una nuova visione di progresso: un concetto che, grazie a una serie di soluzioni già attive nella vita di tutti i giorni, da diverso tempo non è più soltanto un’idea, ma una realtà consolidata.

È un esempio di transizione ecologica il passaggio alle energie rinnovabili, come quello derivante dall'adozione di pannelli fotovoltaici o di pompe di calore; ma fanno parte della transizione ecologica anche le cosiddette comunità energetica rinnovabili, ovvero quelle realtà in cui sono attive l'autoproduzione e lo scambio di energia green, con il fine di ottenere il soddisfacimento energetico in un'ottica di sviluppo sostenibile.

Ulteriori esempi di transizione ecologica sono gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, le operazioni di ammodernamento delle reti idriche finalizzate alla riduzione delle perdite e il sempre più frequente rinnovamento delle flotte di mezzi pubblici in favore di bus a basse emissioni.

La transizione ecologica in Italia

L'Italia ha risposto alla sfida lanciata dalla transizione ecologica con l'istituzione di un ministero ad hoc, il Ministero della transizione ecologica, lanciando un netto messaggio sulla sua volontà di diventare parte trainante di questo cambiamento a livello europeo. Al Ministero della transizione ecologica, in particolare, è affidato il compito di governare e affrontare tutti gli aspetti inerenti la tutela ambientale, in parallelo a una gestione di tutte le prospettive economiche ad essi associati.

Questa istituzione si unisce a tutte le iniziative ecologiche intraprese dall'Italia, alcune attive già da diversi anni, altre in via di realizzazione: basti pensare all'introduzione del Superbonus, finalizzato a rendere energeticamente più efficiente il patrimonio immobiliare esistente, allo sviluppo della mobilità elettrica, per la quale il PNRR prevede la creazione di 31.500 punti di ricarica ultra veloce, e agli obiettivi connessi al processo di decongestione della mobilità locale, che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promuove con lo stanziamento di 9 miliardi di euro.

Il presente testo è aggiornato al 17 Ottobre 2022

 
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