TELERISCALDAMENTO:
ECCO COME FUNZIONA
Ridurre le emissioni nocive per il pianeta è un obiettivo che può essere raggiunto con l’impegno quotidiano di tutti: per questo, anche le pubbliche amministrazioni, hanno deciso di dare il proprio contributo introducendo e promuovendo l’utilizzo del teleriscaldamento. Attualmente questo servizio è presente solo in alcune aree in Italia, ma sta diventando una realtà sempre più importante in tutta I
Teleriscaldamento come funziona
Il teleriscaldamento è un sistema di trasporto a distanza del calore che può essere utilizzato per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
Ciò che lo caratterizza è il sistema di produzione e distribuzione di calore, che viene generato in modo efficiente, sfruttando differenti fonti energetiche, rinnovabili e non rinnovabili.
Si tratta di un sistema semplice, meno inquinante, economico e sicuro per climatizzare gli edifici, soprattutto se residenziali.
Alla base del funzionamento del teleriscaldamento ci sono le centrali di cogenerazione nelle quali viene prodotto calore che successivamente viene immesso nella rete di distribuzione e, da qui, alle singole unità abitative. Le centrali di cogenerazione possono funzionare con diverse tipologie di combustibile in base alla disponibilità presente sul territorio.
Per comprendere le potenzialità del teleriscaldamento è opportuno approfondire il suo funzionamento che può essere così schematizzato:
● nelle centrali di cogenerazione viene prodotto e distribuito un liquido, più generalmente acqua, ad una temperatura di 80°C-90°C oppure a 120°C-130°C quando surriscaldata. Il calore può essere prodotto attraverso centrali a caldaia (a combustibile fossile, biomassa o da termovalorizzazione RSU), sistemi a pompa di calore (che sfruttano l’energia geotermica per esempio) o solare termico;
● il liquido viene trasportato attraverso una rete di tubazioni (rete di distribuzione primaria) fino a raggiungere gli edifici allacciati al teleriscaldamento;
● una volta giunto a destinazione, il liquido, cede il calore all’impianto dell’abitazione che può sfruttarlo per riscaldare gli ambienti e l'acqua domestica;
● il liquido termovettore, raffreddato per aver ceduto il calore alle abitazioni, ritorna poi alla centrale per essere riportato alla massima temperatura e ricominciare il ciclo.
Inoltre, è opportuno sottolineare che il sistema di distribuzione del calore può essere di due tipologie:
● di distribuzione diretto: in questo caso, è un unico circuito idraulico a collegare la centrale di produzione dell’energia termica con il corpo scaldante dell’utente (ad esempio il termosifone);
● di distribuzione indiretto: in questa seconda evenienza, esistono due o più circuiti separati che comunicano attraverso degli scambiatori di calore.
Per avere un’idea dell’efficacia delle centrali di teleriscaldamento è sufficiente ricordare che quelli presenti a Torino e Brescia sono capaci di soddisfare il fabbisogno energetico dei cittadini di entrambe le città, riuscendo quindi a coprire un’area abbastanza vasta.
Teleriscaldamento pro e contro
Lo scopo del teleriscaldamento è quello di aumentare l’efficienza dei sistemi di riscaldamento e, allo stesso tempo, diminuire le emissioni di CO2. L’impianto di teleriscaldamento permette quindi non solo di ridurre costi del trasporto del combustibile, ma anche di rendere più ecologica questa fase.
Di conseguenza, appare evidente come l’impiego del teleriscaldamento consenta di godere di alcuni vantaggi, tra cui:
● riduzione delle emissioni inquinanti: l’energia viene prodotta in modo più efficiente;
● maggiori controlli sugli scarichi dei fumi prodotti dalla centrale: consente di monitorare con più precisione la qualità dell’acqua che viene riscaldata;
● risparmio sulla manutenzione: il consumatore è sollevato dai costi di manutenzione periodica del sistema di generazione del calore
● riduzione dell’ingombro: passando al teleriscaldamento, la caldaia viene sostituita con uno scambiatore che - a parità di potenza - occupa meno spazio;
● aumento della sicurezza: dal momento che negli impianti di teleriscaldamento la caldaia viene sostituita da uno scambiatore di calore, l'assenza di combustibili e di combustione riduce i pericoli che potrebbero derivare dalle fughe di gas.
Purtroppo, questo sistema rimane circoscritto solo ad alcune aree, in particolare nel Nord Italia. La diffusione infatti è limitata a quelle realtà urbane che possono approvvigionarsi da centrali di cogenerazione nelle loro vicinanze. Inoltre, sono molto lunghi i tempi di ritorno dell’investimento e la convenienza economica è tanto maggiore quanto più si è in prossimità di aree densamente popolate.
Si calcola che ad oggi possano usufruire di questo sistema 3 milioni di italiani distribuiti su 150 comuni, tra cui Torino e Brescia. Quest’ultima fu la prima città a costruire una centrale di cogenerazione nel 1971. In queste città, oltre ai vantaggi visti, viene applicata anche un'aliquota IVA agevolata al 10%. Normalmente sui combustibili l'IVA è al 20%.
Torino può essere considerata la città con il sistema più all'avanguardia con i suoi 368 km di tubature doppie e la previsione di riduzione di emissioni di CO2 di 567 tonnellate, una cifra ragguardevole soprattutto se tutte le città seguissero l'esempio. La centrale di Torino oltre a produrre l’energia necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno, produce anche energia elettrica.
Queste caratteristiche rendono il capoluogo piemontese la città italiana in grado di rispettare tutti i parametri dell'Unione Europea e quindi la riduzione del 20% di emissioni di CO2, l'uso di almeno il 20% di energie rinnovabili e il miglioramento del 20% dell'efficienza energetica.
Ulteriori novità si attendono per il futuro: in alcune zone della Lombardia è presente il teleriscaldamento con sistemi di cogenerazione ad energia solare e quindi in grado di ridurre ulteriormente i costi di produzione perché, appunto, si sfrutta il sole e si riducono ulteriormente le emissioni inquinanti. In particolare, Varese è l'unica città d'Europa ad aver realizzato un impianto di teleriscaldamento solare di 1000 mq. L'impianto è in grado di produrre 400 MWh/anno di energia termica.
Potenza utile nominale teleriscaldamento
Nel momento in cui si desidera valutare la possibilità di usare il teleriscaldamento è fondamentale tenere in considerazione alcuni aspetti tecnici dell’impianto che deve essere installato prima di procedere con l’allacciamento. In via preliminare è altresì importante considerare che il teleriscaldamento può essere utilizzato in qualsiasi tipo di edificio, sia di nuova costruzione sia esistente, sia dotato di impianto di tipo centralizzato sia autonomo. anche se integrati con l’utilizzi di altre fonti rinnovabili termiche (es: solare termico).
Un ruolo centrale viene svolto dallo scambiatore di calore, un dispositivo collegato al sistema di teleriscaldamento che consente lo scambio di energia termica tra due fluidi: il primo è l’acqua calda prodotta dalla caldaia centralizzata e il secondo è il liquido dell’impianto di riscaldamento domestico. Lo scambiatore viene installato in un apposito locale dell’edificio, sostituendo usualmente la preesistente caldaia: le dimensioni di questa tecnologia vengono stabilite in relazione alla potenza termica richiesta. Normalmente, a parità di fabbisogno energetico del cliente, si occupa meno spazio.
Come migliorare il rendimento dello scambiatore di calore, teleriscaldamento
Per massimizzare il rendimento dell’impianto è preferibile che le tubazioni siano ben coibentate per evitare dispersioni. Per comprendere l’importanza della coibentazione è sufficiente ricordare che, quando manca, si può assistere ad una dispersione termica dell’impianto del 25%-30% , con ripercussioni negative sui costi finali in bolletta. In condizioni standard e di buona coibentazione, la percentuale di dispersione termica è intorno al 4%-5%.
Inoltre, è opportuno porre attenzione all’impianto di ricircolo dell’acqua calda sanitaria nella fase di realizzazione e gestione: in questo senso è preferibile ridurre al minimo la presenza di by-pass nell’impianto domestico che abbiano l’effetto di ricircolo continuo di portate di acqua calda.
Al tempo stesso, per ridurre le dispersioni termiche e aumentare l’efficienza dello scambiatore del teleriscaldamento è preferibile impostare una temperatura di regolazione non troppo elevata. Infatti, aumentare la temperatura (anche di 1 solo grado) implica un incremento dei consumi tra il 6% e il 10% in base alla maggiore o minore efficienza dell’isolamento termico dell’impianto.
Bonus gas teleriscaldamento
I costi per l’allacciamento del teleriscaldamento e la riconversione della propria centrale termica (oltre al contributo iniziale di allacciamento) sono a costo dell’utente finale.
Sebbene l’investimento iniziale possa essere oneroso, queste attività rientrano nell’ambito delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia che, ad oggi, prevede una detrazione IRPEF del 50%. In particolare, le spese sostenute dal 26 giugno 2021 e per tutto il 2021 possono godere di una detrazione più significativa se combinata con altri generi di interventi sottoposti a detrazione. L’agevolazione è ripartita in 10 quote annuali di pari importo fino ad una spesa massima di 96.000€ per ciascuna unità immobiliare. Si ricorda che il passaggio al teleriscaldamento rientra tra gli interventi che devono essere comunicati ad ENEA.
Inoltre, nel caso in cui l’allacciamento rientri tra gli interventi di riqualificazione energetica (ossia permetta il miglioramento della classe energetica di un immobile, anche se in combinazione con altri interventi) è possibile accedere alla relativa agevolazione fiscale che prevede una detrazione IRPEF del 65%.
Per quanto riguarda il bonus gas 2021 e il bonus sociale, le famiglie che procederanno con l’allacciamento non avranno diritto a questo genere di agevolazione .
Come si paga il teleriscaldamento
Nel rispetto della Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica è divenuta obbligatoria la contabilizzazione individuale dei consumi anche nei condomini al fine di migliorare l’efficienza complessiva di questo sistema. Infatti, come dimostrato da differenti studi, la contabilizzazione individuale (per singola unità immobiliare) comporta una crescita del senso di responsabilità dei consumi e una conseguente riduzione degli stessi.
Le modalità di fatturazione e pagamento vengono stabilite in fase di sottoscrizione del contratto nel quale vengono esplicitate anche gli altri costi fissi. Da questo punto di vista è opportuno ricordare che il contributo di allacciamento del servizio viene usualmente definito in maniera forfettaria (salvo casi particolari) sulla base di alcuni elementi, tra cui:
● potenza termica richiesta;
● tipologia di fornitura (da rete primaria o secondaria);
● distanza dalla rete principale, tenendo presente che il contributo standard comprende allacciamenti fino a 30 metri.
Manutenzione impianto teleriscaldamento
La manutenzione dell’impianto di teleriscaldamento è più contenuta rispetto ai tradizionali sistemi di riscaldamento. Tuttavia, rimangono a carico del cliente alcune attività (che non rientrano nel contributo di allacciamento e che possono essere ascrivibili alla manutenzione), tra cui:
● interventi di adeguamento per predisporre la proprietà del cliente ad ospitare il teleriscaldamento. Ad esempio, la sostituzione di pompe di circolazione o la verifica del quadro elettrico);
● ottenimento delle autorizzazioni nel caso in cui il lavoro di tubazione debba essere svolto nella proprietà di terze parti.
● risoluzione di rischi ambientali come la necessità di rimuovere le fibre di amianto.
Nonostante le grandi potenzialità del teleriscaldamento, attualmente la sua scarsa diffusione rende necessaria una riflessione diversa da parte dei consumatori che desiderano risparmiare e avere la sicurezza di utilizzare energia pulita ed efficiente. In questo caso, la soluzione ideale è Sorgenia che opera nel mercato libero; applicando tariffe concorrenziali senza far ricadere sugli utenti finali gli aumenti del costo delle materie prime. Sorgenia propone soluzioni per le famiglie, ma anche per le PMI, e partite IVA. Questo è possibile grazie all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile tra cui l'eolico e il fotovoltaico per la produzione di energia che permette di immettere.
Il presente testo è aggiornato al 9 Dicembre 2020
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