COME APRIRE UNA PARTITA IVA: REQUISITI E COSTI

I passi per aprire una partita Iva

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Quando si decide di mettersi in proprio e la prima domanda che ci si pone è solo una: come aprire una partita Iva? Si tratta di un procedimento semplice e veloce, ma è importante conoscere nel dettaglio la Normativa e le regole da seguire. In questa guida si spiegano, passo dopo passo, tutti gli step.

Requisiti per aprire partita iva

La partita Iva è una combinazione di numeri volta a identificare il contribuente come società o come persona fisica. Per la precisione, si tratta di 11 cifre così suddivise: le prime 7 individuano il titolare, le successive 3 rappresentano un codice identificativo riferito all'Ufficio delle Entrate, l'ultima ha carattere di controllo. L'obbligo di aprire la partita Iva spetta a tutti coloro che esercitano un'attività economica, abituale e continuativa, in forma autonoma.

L’obbligo di apertura della partita iva scatta quando si verifica la condizione di abitualità dell’attività economica/professionale. Quindi, chiunque svolga un’attività economica abituale e continuativa è obbligato ad aprire la partita iva. La Legge specifica che si parla, invece, di lavoro occasionale se e solo se sussistono le seguenti condizioni:

  • autonomia, in relazione alle modalità e ai tempi di svolgimento del servizio o di realizzazione dell’opera;
  • occasionalità dell’attività svolta o realizzata;
  • mancato inserimento nell’organizzazione dell’azienda per la quale si svolge il lavoro;
  • assenza del vincolo di subordinazione con il committente;
  • corresponsione di un corrispettivo.

Se il lavoro non rientra in questa classificazione si definisce abituale e ricorre l’obbligo di aprire la partita iva, purché lo stesso non venga svolto alle dipendenze di un datore di lavoro.

Chi non può aprire una partita iva

I lavoratori occasionali non sono tenuti ad aprire la partita iva, data la natura della loro attività. Si tratta di tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa indipendente in modo non abituale e sporadico. Inoltre, non sono tenuti ad aprire la partita iva anche tutti i lavoratori dipendenti.

Come aprire una partita iva

Per aprire una partita Iva è necessario comunicare all'Agenzia delle Entrate l'inizio della propria attività entro 30 giorni dall'avvio, usando un'apposita dichiarazione.  I soggetti non tenuti a iscriversi nel Registro delle imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative (Rea), possono utilizzare il modello AA7/10 scaricabile dal sito dell'Agenzia delle Entrate.

La consegna del modello può essere effettuata in tre modi diversi:

  • recandosi direttamente presso un qualsiasi ufficio dell'Agenzia delle Entrate;
  • a mezzo raccomandata a/r con annessa copia di documento di riconoscimento;
  • per via telematica con istanza predisposta direttamente dal contribuente tramite il software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate o tramite intermediario abilitato alla trasmissione telematica.

I soggetti, invece, tenuti all’iscrizione nel Registro delle imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative (Rea) devono avvalersi della Comunicazione Unica.

Per l'apertura della partita Iva, occorre scegliere il codice ATECO: combinazione alfanumerica che identifica l'attività economica in cui si opera. Infine, è necessario aprire la propria posizione previdenziale all'INPS e all'INAIL, rispettivamente per il pagamento dei contributi e per l'assicurazione obbligatoria. I liberi professionisti privi di una Cassa di Previdenza hanno l'obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS.

Cosa serve per aprire una partita iva

A seconda della natura del soggetto, soggetto non obbligato all’iscrizione al Rea o soggetto obbligato a tale iscrizione, la modalità di apertura della partita iva cambia. Infatti, nel primo caso, non sono necessari documenti diversi da quelli di cui si è normalmente in possesso. Si tratta, infatti, di presentare un documento di identità e di utilizzare i propri dati personali e professionali per compilare l’apposito modulo. Nel secondo caso, invece, la procedura è più complessa in quanto è necessario predisporre la Comunicazione Unica, ossia un insieme di file costituito da un modello riassuntivo (contenente i dati del richiedente, l'oggetto della comunicazione ed il riepilogo delle richieste ai diversi enti), e da uno o più dei seguenti modelli:

  • modello per il Registro Imprese;
  • modello per l'Agenzia delle Entrate;
  • modello per l’INPS;
  • modello per l'INAIL;
  • eventuale SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per il SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive).

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Quanto costa aprire una partita iva

Aprire una partita Iva di per sé è gratuito. È bene però considerare tra le spese tutti i costi di gestione, che rappresentano un importante onere di chi ha la partita iva. Tali spese dipendono dal regime fiscale al quale si sceglie di aderire. Esistono due regimi fiscali: forfettario (ex regime dei minimi) e ordinario.

Il regime forfettario è un regime agevolato che prevede una percentuale di tassazione IRPEF sostitutiva del 5% per i primi 5 anni, che diventa 15% dal sesto anno in poi, e un'aliquota contributiva INPS, gestione separata, del 33% circa. Oltre a questi e ad altri vantaggi fiscali (esenzione dall'Iva e dalla ritenuta d'acconto), il regime forfettario presenta una contabilità più snella, una definizione facilitata del reddito imponibile applicando un mero coefficiente di redditività (che dipende dal codice Ateco), e l’esonero dalla presentazione della dichiarazione Iva e degli ISA. Di contro, vi è il limite sul fatturato e sull'assunzione di dipendenti.

Chi non rientra nel limite di fatturato deve aderire al regime ordinario, che prevede una tassazione IRPEF più elevata strutturata a scaglioni di reddito:

  • 23% fino a 15.000 euro;
  • 25% fra 15.001 euro e 28.000 euro;
  • 35% fra 28.001 euro e 50.000 euro;
  • 43% oltre i 50.000 euro.

A ciò si aggiungono le spese per l'iscrizione alla Camera di Commercio, l'Irap, l'Iva sull'imponibile di ogni fattura, la ritenuta d'acconto e l'eventuale onorario del commercialista. Il titolare di partita Iva ordinaria può, però, dedurre le spese collegate all'attività svolta.

Quanto ci vuole per aprire una partita iva?

Il tempo necessario per aprire una partita iva dipende dalla natura del soggetto, se un libero professionista o una ditta individuale. Nel primo caso l’intera procedura può essere svolta online, se necessario con il supporto di un consulente specializzato e sono necessarie sole 24 ore. Invece, nel caso di commercianti o artigiani, è necessario considerare tempi un po’ più lunghi.

Lo stesso vale nel caso di una ditta individuale, perché è necessario svolgere due step distinti: invio della comunicazione unica e iscrizione al registro delle imprese, REA o Albo Artigiani. Questo porta a un inevitabile allungamento dei tempi.

Un dipendente può aprire partita iva?

In generale un dipendente non può aprire la partita iva, perché la sua attività è già coperta e regolata dal contratto di lavoro dipendente di cui è protagonista. Esiste però un’eccezione, infatti un lavoratore dipendente può aprire la partita iva quando si tratta di un dipendente di un’azienda privata.

In ogni caso, in questo caso è comunque necessario considerare alcuni aspetti, per evitare di incorrere in un illecito. Infatti, il dipendente dell’impresa privata può aprire la partita iva solo se non c’è concorrenza tra le due attività. È importante anche valutare il regime fiscale in cui inserirsi e l’inquadramento contributivo della nuova attività.

Quante partite iva si possono aprire

La legge impone la seguente regola: ciascun contribuente non può avere più di una partita iva. Il motivo alla base di tale imposizione deriva dalla necessità di attribuire a ciascun lavoratore uno ed un solo codice identificativo strettamente personale. Quindi, non esistono eccezioni al caso.

 

Il presente testo è aggiornato al 28 Marzo 2023

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