Il consumo degli elettrodomestici: quali sono
gli elementi che lo influenzano
Il consumo elettrico degli elettrodomestici è uno dei grandi problemi che ogni famiglia deve affrontare per gestire al meglio i costi della sua abitazione ma non è così semplice determinare esattamente quanta energia effettivamente richiedono, anche perché i fattori da tenere in considerazione sono numerosi e non di facile individuazione. Se consideriamo esclusivamente l'elettrodomestico, senza valutare i fattori esterni, il primo elemento da controllare è la classe energetica di appartenenza dell'apparecchio . Per legge, infatti, alcuni elettrodomestici devono essere classificati in base ai consumi o, meglio, all'efficienza energetica: in una scala di valori dal migliore al peggiore, quindi, delle particolari categorie di elettrodomestici devono essere classificati dalla A alla G ma questo non determina con esattezza il consumo, che dipende anche dai tempi e dai modi di utilizzo perché sono questi fattori, in realtà, a determinare il costo finale della bolletta dell'energia elettrica. Per affrontare il discorso in maniera esaustiva, quindi, bisogna esaminare tutti gli elementi che possono influire sui consumi e quindi la composizione del nucleo familiare, la dimensione dell'immobile, l'orario di utilizzo e il numero di ore che si trascorrono all'interno dell'abitazione e, addirittura, la localizzazione geografica stessa dell'immobile. E' molto difficile parlare di consumi in senso generico, quindi, perché uno stesso elettrodomestico può avere un'incidenza diversa in base al suo utilizzo.
Partiamo subito con l'indicare quelli che, in linea di massima, sono gli elettrodomestici che hanno il consumo elettrico nominale più alto: forno, stufa elettrica, phon, piastra per capelli, congelatore, condizionatore, lavastoviglie, boiler e piastra elettrica sono senza dubbio tra gli elettrodomestici la cui incidenza è maggiore nel costo della bolletta ma non solo. Chi desidera installare presso la sua abitazione in Italia una piastra elettrica a induzione, per esempio, è costretto a chiedere al suo fornitore un aumento della potenza impegnata contrattualmente se desidera utilizzare anche altri elettrodomestici mentre è impegnato a cucinare. E' successo almeno una volta a tutti quelli che utilizzano il boiler elettrico di dover fare i conti con il contatore che scatta per aver superato i 3kWh di potenza impegnata e i 0,3kWh di potenza disponibile, questo perché lo scaldabagno elettrico è uno di quegli elettrodomestici il cui consumo è maggiore. Molto spesso, quando è acceso il boiler, non è possibile avviare nemmeno il phon o il forno a microonde se si utilizza un contatore da 3kWh. Il problema, in questo caso, spesso risiede nel fatto che in molti casi si tratta di apparecchi datati e, quindi, con una classe di efficienza energetica molto bassa, che influisce negativamente sui consumi generali dell'abitazione.
Facendo un discorso più specifico relativo ai singoli elettrodomestici, dobbiamo considerarne anche le dimensioni: se prendiamo in considerazione il frigorifero, infatti, non possiamo pensare che un modello da 100 litri consumi alla stregua di un modello da 180 litri, anche se si tratta della stessa serie della stessa marca e nonostante abbiano la stessa classe energetica. Ecco, la classe energetica può essere una discriminante importante: se consideriamo un frigorifero da 100 litri in classe energetica B e un frigorifero da 180 litri in classe energetica A++ potrebbe accadere che i consumi dei due apparecchi siano uguali, se non inferiori per quanto riguarda il modello più grande, proprio per un discorso di efficienza energetica. Spostando il discorso sui condizionatori, anche in questo caso è difficile dare una risposta esaustiva sul consumo specifico di questi apparecchi. Il primo elemento da verificare, infatti, è la potenza, ossia i BTU: più sono elevati e più il condizionatore consuma ma in questo caso, a giocare un ruolo fondamentale non è tanto l'apparecchio in sé ma il contesto in cui viene installato. Infatti, se prendiamo uno stesso condizionatore, con la stessa potenza riscaldante e refrigerante e lo mettiamo in due stanze differenti delle stesse dimensioni e con le stesse aperture ma con un grado di isolamento (coibentazione) differente, notiamo grandi differenze di consumi. Il condizionatore che è stato installato nella stanza con il cappotto termico, infatti, ha consumi molto inferiori perché riesce a raggiungere prima la temperatura e, proprio grazie alla coibentazione, la temperatura varia in maniera molto più lenta rispetto alla stanza senza il cappotto termico. Considerando un discorso ancora più generico, un condizionatore inverter in classe A+++ di nuova generazione con una potenza di 5,7kWh consuma circa 320kWh in 500 ore di utilizzo; un condizionatore in classe A di vecchio tipo può consumare fino a 900kWh in 500 ore, quasi il triplo per uno stesso utilizzo. Le lavastoviglie di ultima generazione, infine, con i cicli lunghi consumano circa 1,2kWh ma se si utilizzano i cicli brevi, ottimizzati, che durano solitamente 45 minuti, i consumi calano vertiginosamente a circa 0,7kWh, non così tanti come si potrebbe immaginare e lo stesso discorso vale per le lavatrici. Il trucco per consumare meno è scegliere modelli moderni e non datati.
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