FARE LA DIAGNOSI ENERGETICA ALLA PROPRIA ABITAZIONE PER RISPARMIARE
Le grandi aziende, soprattutto quelle che consumano enormi quantità di energia, sono state recentemente obbligate dalla legge a farsi una diagnosi energetica . L'obiettivo è far sì che valutino attentamente i loro consumi, i loro impianti e la loro organizzazione complessiva e cerchino nuove strade per rendersi più efficienti e risparmiare energia.
Risparmiare energia e spendere meno è, in fondo, anche l'obiettivo di ognuno di noi! Perché, quindi, non fare una diagnosi energetica anche alle nostre case? Si tratta di una valutazione che possiamo fare tutti, a costo zero o con un piccolo investimento, a seconda di quanta precisione di aspettiamo dai risultati. Ecco qui come affrontare l' audit energetico della propria abitazione.
Obiettivo della valutazione
Iniziare a valutare i propri consumi, le proprie abitudini e le caratteristiche della propria abitazione è un processo che deve avere come obiettivo quello di capire se ci sono margini di miglioramento delle prestazioni energetiche, a tutti i livelli. Vanno cercate con attenzione le opportunità di risparmiare sul prezzo dell'energia, sul livello dei consumi di ogni elettrodomestico, sulle modalità di utilizzo del gas, sugli sprechi dovuti allo scarso isolamento della casa o alle cattive condizioni degli impianti o dei serramenti. Capire se ci sono margini di miglioramento significa anche quantificarli e confrontarli con l'eventuale investimento necessario per raggiungerli. E nella comparazione va tenuto presente sia il risparmio in termini di spesa energetica, sia quello fiscale: la maggioranza degli interventi di ristrutturazione e riclassificazione energetica delle case sono ormai inclusi tra quelli per cui è in vigore la detrazione IRPEF, fino al 65% della spesa in alcuni casi. Il fatto, però, che una famiglia non abbia alcun margine per fare interventi edilizi o investimenti in nuovi elettrodomestici, non significa che non valga la pena valutare il proprio bilancio energetico, perché spesso la possibilità di risparmiare c'è e va solo cercata con attenzione.
Prima fase: analisi delle bollette
Per completare questa fase occorrono le fatture gas e luce di tutto l'anno precedente e una connessione ad internet. Occorre cercare di capire quanto si paga per Kilowattora di corrente e per metro cubo standard di metano con gli attuali fornitori e confrontare questo prezzo con le migliori offerte sul mercato. Com'è il prezzo che si sta pagando attualmente? E' in linea con quelli praticati dalla maggioranza dei fornitori? O è completamente fuori mercato? Considerando che il prezzo dell'energia consumata corrisponde circa al 60% dell'importo totale della bolletta, quanto si risparmierebbe confrontando la spesa attuale con quella che ottiene moltiplicando i propri consumi per il prezzo più vantaggioso? Potrebbe valere la pena cambiare fornitore? Seconda fase: valutazione dei consumi Se il prezzo che si paga è adeguato, è opportuno controllare altri elementi. Quanto all'energia elettrica, si consiglia di dare un'occhiata alla disponibilità massima del contatore (3 Kwh o 6 Kwh) e alla presenza di consumi particolari in alcune fasce orarie così da guidare e razionalizzare i consumi oppure scegliere una tariffa monoraria piuttosto che bioraria. In tema di gas, la soluzione migliore è confrontare i propri consumi invernali con quelli delle altre stagioni e fare una media.
Seconda fase: analisi delle criticità
Anche senza una termocamera o un termoflussimetro, ognuno di noi si rende conto di quali siano le aree di maggiore dispersione di calore della propria casa: alcuni esempi sono i davanzali sopra i caloriferi, gli spifferi delle porte e delle finestre, le bocchette di aerazione della cucina, del locale caldaia, i cassoni delle tapparelle e la cappa. Dal punto di vista del consumo di energia, potrebbe essere interessante valutare con un misuratore di consumi elettrici (il più economico costa circa 16 € online) i consumi dei nostri elettrodomestici con l'obiettivo di rendersi conto di quali siano quelli che consumano di più e di quanto siano efficienti rispetto alle loro versioni più moderne.
Terza fase: valutazione della convenienza economica
Generalmente quando si tratta di intervenire su un edificio per migliorarne l'efficienza energetica ci si occupa di razionalizzarne e ridurne i consumi elettrici e di migliorarne l'isolamento termico. La sostituzione dei vecchi elettrodomestici con delle versioni più moderne è un'opzione da valutare: basta confrontarne il costo, inclusa la detrazione fiscale, con il beneficio in termini di risparmio di Kwh per tutta la loro vita utile. Quanto all'isolamento della casa, invece, si potrebbero raccogliere alcuni preventivi per l'installazione di un cappotto termico oppure per la sostituzione di serramenti e porte e valutarne la convenienza, considerando sia i benefici fiscali sia il risparmio in bolletta che, si calcola, si aggiri intorno al 40%. Altrimenti si può pensare ad alcuni interventi fai da te. Si possono installare alle finestre guarnizioni anti-spifferi, oppure isolare i cassoni delle tapparelle, o anche posizionare un pannello di polistirolo dietro ogni calorifero. Si tratta in generale di interventi che hanno un costo modesto, facilmente recuperabile in termini di risparmio in bolletta e aumento del comfort domestico.
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