IMPIANTO GEOTERMICO
VAL DI PAGLIA

QUANTA ENERGIA AVREBBE PRODOTTO LA CENTRALE?

La centrale geotermica Val di Paglia avrebbe permesso di produrre energia elettrica rinnovabile e pulita; coprendo il fabbisogno di oltre 32.000 famiglie ed evitando le emissioni in atmosfera di 40.000 tonnellate annue di CO2
 

DI CHE TIPO DI PROGETTO SI TRATTAVA?

Il progetto prevedeva la realizzazione di un impianto geotermico innovativo, ma non sperimentale, che si avvaleva di un insieme di soluzioni tecnologiche ampiamente consolidate. L’impianto, nel suo insieme, rappresentava una soluzione all’avanguardia e costituiva un perfetto esempio di valorizzazione sostenibile delle risorse del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente: avrebbe prodotto energia a partire dal calore della Terra, un calore rinnovabile e potenzialmente infinito. 
 

QUALE SAREBBE STATO L'IMPATTO AMBIENTALE CHE AVREBBE AVUTO IL PROGETTO?


Il progetto era stato studiato per garantire i più elevati standard ambientali. L’impianto, infatti, non comportava alcuna emissione in atmosfera, grazie alla totale reiniezione del fluido geotermico. La centrale a ciclo binario prevedeva che il fluido geotermico estratto dal sottosuolo cedesse il calore a un secondo fluido, che girava in un circuito chiuso producendo energia elettrica. Una volta raffreddato, il fluido geotermico veniva re-iniettato nel serbatoio di provenienza, insieme ai gas incondensabili portati a una pressione tale da renderli solubili nell’acqua geotermica, senza venire mai a contatto con l’esterno. La centrale, inoltre, era stata progettata per preservare la risorsa idrica: per il raffreddamento del ciclo, infatti, sarebbe stata impiegata solo aria e non acqua.

Le performance ambientali di questo impianto sarebbero state quindi elevatissime, come testimoniano anche i risultati dello studio LCA (Life Cycle Assessment), condotto dal team del professor Basosi e della Dottoressa Parisi dell’Università di Siena. La procedura LCA ha permesso di esaminare l’intero ciclo di vita dell’impianto e ha confermato la piena sostenibilità e compatibilità ambientale dell’intervento.

 

QUALE SAREBBE STATO L'IMPATTO ACUSTICO DELL'IMPIANTO?


L’impianto era stato progettato per rispettare tutti i limiti acustici previsti dalla normativa vigente. Il livello sonoro percepibile vicino al recinto della centrale era paragonabile a quello derivante da una normale conversazione tra persone.

 

DOV'ERA LOCALIZZATO IL PROGETTO? VI ERANO INTERAZIONI CON LA VAL D'ORCIA?


Il progetto era ubicato nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore, nella zona industriale della Val di Paglia, in aree individuate dall’Amministrazione Comunale quali idonee alla coltivazione geotermica. L’intervento non interessava la Val D’Orcia, né le cosiddette aree “buffer” o “cuscinetto”.

 

QUANTO ERA ESTESA L'AREA DEL PROGETTO?

La centrale e le relative apparecchiature insistevano su poco più di 1 ettaro in un’area già classificata come edificabile a destinazione produttiva. Al fine di migliorare l’inserimento paesaggistico dell'intervento, ottenendo anche una riqualificazione dell’area industriale stessa, era stata prevista la realizzazione di opere a verde e l’arricchimento della vegetazione locale. Per il corretto inserimento dei manufatti tecnologici della centrale, era stata inoltre prevista una sequenza di “alberi ibridi”, elementi di schermatura ad elevate prestazioni ecologiche, costituiti da elementi modulari in legno lamellare e vasi in acciaio zincato contenenti essenze vegetali di varie specie.

L’intervento prevedeva inoltre la realizzazione di tre piazzole che avrebbero ospitato i pozzi di produzione e di reiniezione: si sarebbe trattato di aree aperte, rinverdite e con minime infrastrutture tecnologiche.

La realizzazione delle superfici impermeabili previste dal progetto (circa 2 ettari) era più che controbilanciata dagli interventi di riqualificazione e di applicazione di ingegneria naturalistica dell’area vasta della Val di Paglia previsti dal nuovo progetto architettonico e di paesaggio (circa 14 ettari).

Tutte le tubazioni del progetto erano state completamente interrate, a eccezione di un breve tratto (di circa 50 m) in prossimità della SS Cassia, che risultava comunque completamente schermato dalla vegetazione presente.

L’intervento prevedeva la perforazione di 10 pozzi, 3 produttivi e 7 reiniettivi. Nella documentazione autorizzativa erano stati indicati ulteriori pozzi che sarebbero stati realizzati qualora le condizioni di serbatoio (per esempio la produttività e la temperatura) non fossero state quelle attese. Era stato quindi presentato un progetto più ampio che autorizzava l’esecuzione di alcuni pozzi di riserva, in modo da garantire la continuità delle operazioni e preservare il territorio da una maggiore pressione ambientale qualora le attività di cantiere fossero state temporaneamente interrotte al fine di completare ulteriori procedure autorizzative.

 

COSA PREVEDEVA IL NUOVO PROGETTO ARCHITETTONICO E DI PAESAGGIO?

A novembre 2020 Sorgenia aveva presentato la documentazione progettuale integrativa, con una rivisitazione del progetto architettonico e paesaggistico a cura dello Studio Boeri Architetti e del Dipartimento Architettura e Progetto dell’Università Sapienza di Roma.

La rivisitazione del progetto prevedeva molteplici interventi volti a minimizzare ulteriormente l’impatto visivo:

  • la significativa rimodulazione del progetto architettonico della centrale e delle postazioni;
  • il pressoché totale interramento delle condotte di trasporto del fluido geotermico (unico tratto fuori terra di circa 50 m);
  • il pressoché totale interramento dell’elettrodotto di collegamento della centrale (unico tratto aereo di circa 400 m);
  • la riduzione dell’altezza dell’impianto di separazione del fluido geotermico da 12,5 m a 5,6 m.

Era stato inoltre elaborato un Progetto di Paesaggio che prevedeva la realizzazione di specifici interventi volti a recuperare, riqualificare e valorizzare l’area industriale della Val di Paglia dal punto di vista ambientale, naturalistico e paesaggistico. Tra i principali interventi che erano stati previsti dal Progetto di Paesaggio si segnalano:

  • la riqualificazione della vegetazione ripariale;
  • la realizzazione di interventi di messa in sicurezza idraulica dell’intera area industriale;
  • un nuovo sistema di percorsi ciclopedonali e un nuovo parco pubblico nella valle del Paglia;
  • la valorizzazione dei percorsi di risalita verso gli itinerari collinari della via Francigena;

la sistemazione di punti belvedere storicamente significativi lungo i percorsi di risalita e lungo la via Francigena.

 

CI SAREBBERO STATI RISCHI DI INTERFERENZA CON LE SORGENTI TERMALI?

Non vi era alcuna interferenza tra il progetto e le sorgenti termali, che distavano oltre 5 km dall’impianto. L’intervento sarebbe stato inoltre esterno alle zone di protezione delle risorse idriche individuate dalla provincia di Siena.

 

E IL RISCHIO SISMICO?

Il progetto era stato sviluppato in piena ottemperanza alle linee guida ministeriali al fine di scongiurare ogni rischio.

Il primo passo era stato quello di realizzare un modello geologico del sottosuolo a partire da dati reali misurati nei pozzi presenti nell’area.

Un secondo punto altrettanto importante era rappresentato dalla gestione del fluido, prelevato dal sottosuolo e poi opportunamente reiniettato. La scelta del numero di pozzi di reiniezione (7) era infatti cautelativa perché consentiva di suddividere correttamente la portata in ciascun pozzo e scongiurare alla radice ogni tipo di rischio sismico.

A ulteriore garanzia, era stata già installata una rete di monitoraggio microsismico che sarebbe rimasta attiva anche durante tutto il periodo di esercizio della centrale. Si trattava di una rete molto performante costituita da apparecchiature estremamente sofisticate che avrebbero permesso di rilevare sismi con magnitudo anche inferiore allo zero.

Sorgenia aveva proposto, come già fatto nel progetto di Poggio Montone, la costituzione di un gruppo di monitoraggio legato alla microsismicità, al quale avrebbero partecipato gli uffici competenti della Regione Toscana, i Comuni interessati dall’intervento e un ente terzo competente in materia (SPM, Struttura Preposta al Monitoraggio), con lo scopo di identificare un piano di gestione del campo geotermico e di supervisionare le operazioni realizzate.

 

QUALI SONO LE DIFFERENZE RISPETTO ALLE CENTRALI FLASH?

Le centrali Flash utilizzano un ciclo di lavoro diverso rispetto a quello che era stato previsto dal progetto di Sorgenia. La differenza principale risiede nel fatto che il fluido geotermico estratto dal sottosuolo, nelle centrali flash oggi esistenti in Italia, entra direttamente in turbina. Inoltre, l’acqua geotermica viene utilizzata per raffreddare il ciclo termodinamico nelle torri evaporative, che rilasciano vapore in atmosfera e sono responsabili del cosiddetto “pennacchio”. Nel caso della centrale “Val Di Paglia”, invece, l’assenza di contatto tra il fluido geotermico (inclusi i gas in esso contenuti) e l’ambiente circostante avrebbe permesso di azzerare le emissioni climalteranti in atmosfera. Inoltre, il ciclo termodinamico sarebbe stato raffreddato ad aria e non ad acqua azzerando così il consumo idrico.

 

LA CENTRALE AVREBBE PERMESSO DI PRODURRE ENERGIA IN MODO EFFICIENTE?

I cicli binari permettono di produrre energia elettrica in modo molto efficiente a partire dalle risorse termiche con temperature comprese tra 120°C e 220°C. Il fluido geotermico che sarebbe stato utilizzato nell’impianto Val di Paglia avrebbe avuto una temperatura di circa 160 °C (all’ingresso della centrale). 
Il rendimento della centrale geotermica, ovvero il rapporto tra l’energia prodotta e la massima energia che si potrebbe produrre a partire dal fluido geotermico (qualora fossimo stati in presenza di un sistema perfetto), sarebbe stato pari a circa il 40%. Si trattava di valori molto elevati per questa tipologia di risorsa.

 

QUALI SAREBBERO STATI GLI IMPATTI OCCUPAZIONALI E SULL'ECONOMIA DEL TERRITORIO?

Durante il periodo di costruzione della centrale (4 anni) erano state previste fino a 40 unità lavorative annue (ricadute dirette) e fino ad 80 unità che sarebbero state impiegate nelle strutture ricettive e ristorative locali.

Per quanto riguardava invece gli anni di esercizio dell’impianto geotermico, grazie ai suoi elevati standard di sicurezza, sarebbe stato possibile gestire la centrale in controllo remoto tramite l’impiego di poche unità lavorative.

Il vero punto di forza dell’intervento era che sarebbe riuscito a rilanciare un’area industriale attualmente sottoutilizzata, attraverso l’insediamento di attività produttive legate alla filiera del calore, che Sorgenia avrebbe messo gratuitamente a disposizione dei processi che avrebbero potuto farne utilizzo: il riciclo del legno per la produzione di pallet e la coltivazione idroponica, solo per citarne alcuni, che avrebbero creato circa 70 nuovi posti di lavoro.

Inoltre, il progetto rappresentava una soluzione all’avanguardia nel mondo e sarebbe stato in grado di attrarre numerosi visitatori.

 

A CHE PUNTO ERA L'ITER AUTORIZZATIVO E QUALE SAREBBE STATO IL COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE?

La procedura autorizzativa dell’intervento era una procedura regionale, lunga e articolata.

Dopo aver raccolto i primi pareri tecnici degli enti competenti in materia ambientale e le osservazioni da parte del pubblico, la Regione Toscana aveva richiesto integrazioni progettuali che Sorgenia aveva presentato a novembre 2020. Gli enti e le amministrazioni competenti erano stati nuovamente chiamati ad esprimersi sulle integrazioni prodotte.

Il 23 febbraio 2021 si era svolta la prima riunione della Conferenza dei Servizi. In seguito a quanto emerso nel corso della seduta, Sorgenia aveva presentato della documentazione integrativa volontaria di cui si è discusso nella successiva riunione della Conferenza.

A valle della positiva conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale, come previsto dalla norma nazionale, si sono svolte le procedure di rilascio della Concessione di Coltivazione e dell’Autorizzazione Unica dell’impianto.

Coerentemente con la filosofia del Gruppo e dei propri valori, Sorgenia vuole instaurare un dialogo costruttivo con i territori coinvolti. Il 31 gennaio 2020 si era tenuto nel Comune di Abbadia San Salvatore l’evento “Energia pulita per un paese pulito”. Durante l’incontro i tecnici di Sorgenia e diversi esperti del settore avevano affrontato in maniera scientifica tutte le tematiche relative all’impianto.

Inoltre, nei giorni 11 e 12 febbraio 2021 si era svolto il Contraddittorio previsto nell’ambito del procedimento autorizzativo della centrale, nel corso del quale Sorgenia aveva risposto alle osservazioni presentate da privati cittadini in merito al progetto.

Geotermia a ciclo binario. Il progetto dell'impianto Val di Paglia

 

Di seguito è possibile visualizzare le presentazioni di tutti i relatori che hanno partecipato all’evento pubblico “Energia pulita per un paese pulito” tenutosi il 31 gennaio 2020 ad Abbadia San Salvatore.

Al seguente link https://youtu.be/W9I4C2FHY8A è possibile vedere la registrazione streaming dell’evento.