ACCISE ENERGIA ELETTRICA: COME
LE IMPOSTE INCIDONO SUL PREZZO DELL'ELETTRICITÀ
Le accise sono presenti in molti settori merceologici, non solo nel settore energia. Forse le più conosciute sono quelle che riguardano i carburanti e gli alcolici e sono presenti sia in ambito industriale che in quello civile. Di seguito, alcuni chiarimenti sulle accise presenti sulla bolletta elettrica.
Aliquote e accise per l'energia elettrica
Le aliquote sono delle percentuali grazie alle quali, partendo dalla base imponibile, viene calcolato l'ammontare del tributo. Sono applicabili esclusivamente nel momento in cui il tributo è variabile. Diversamente è possibile avere un'imposta fissa, determinata a priori per legge, la quale non è sottoposta a variazione. Le aliquote, nel settore energia elettrica, sono definite per le accise in maniera differenziata a seconda dei consumi, oltre a rientrare in una differenziazione tra ambito civile e industriale. Così viene determinata un'accisa che varia in base ai consumi (kWh consumati) e il suo valore dipende, quindi, dalla quantità di energia elettrica acquistata (o consumata), variando da utenza a utenza. L'energia è il settore che oggi viene sottoposto più di ogni altro al regime delle accise, le quali possono essere dipendenti anche dalla regione o dal comune di residenza, rientrando tra le principali voci di costo della bolletta.
Perché esistono le accise sull'energia elettrica?
Innanzitutto non bisogna confondere l'accisa con l'Iva: quest'ultima, pur essendo un'imposta, non rientra nelle accise, in quanto la prima dipende dal valore dei beni, mentre la seconda dalla quantità degli stessi. L'accisa in origine era chiamata tassa di fabbricazione e veniva trasferita al compratore nell'istante in cui egli acquistava il prodotto o il servizio. Con il tempo ha preso il nome di accisa, ma la sostanza non muta. Rappresenta una fonte di entrata per lo Stato, il quale si trova ad avere un introito in grado di contribuire alla copertura di determinate esigenze economico-finanziarie. In principio le accise erano unicamente pensate per petrolio e carburanti, ma con il trascorrere del tempo sono state estese anche all'intero settore dei servizi energetici e di consumo, arrivando a toccare anche la fornitura di energia elettrica. Le accise per l’energia elettrica sono segnalate sulla bolletta nella sezione relativa alle imposte. A volte sono elencate sotto voci di costo regionali o comunali.
Come le accise influenzano il prezzo dell'energia elettrica
Le accise possono essere aggiornate in continuazione. Quindi non è detto che le accise per l'anno successivo siano le stesse di quelle dell'anno corrente. Non si parla certo di aumenti cospicui che vanno a influenzare il bilancio familiare, ma quando si guarda una bolletta è necessario considerare tale possibilità. L’incremento potrebbe influenzare in maniera più sensibile le grandi aziende, le quali possono arrivare a pagare anche 5 mila euro al mese. Per le abitazioni, l'accisa è fissata da Decreto Ministeriale del 31 dicembre 2011 in euro 0,0227 per ogni kWh consumato (vi sono delle agevolazioni per le abitazioni intestate a residenti che prevedono l'assenza di accisa qualora il consumo sia inferiore a 150 kWh al mese). In locali diversi dall'uso abitativo (quindi ad utilizzo commerciale o industriale), la situazione muta e il calcolo è più complesso. A stabilire gli importi sono le leggi del 2 febbraio 2012 e del 26 aprile 2012, le quali forniscono le seguenti indicazioni:
- Consumi mensili fino a 200 mila kWh: euro 0,0125 per kWh ogni consumato.
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Consumi mensili tra 200 mila e 1,2 milioni kWh: euro 0,0075 ogni kWh consumato.
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Consumi mensili superiori a 1,2 milioni di kWh: euro 0,0125 ogni kWh consumato fino a 200 mila, mentre per la restante parte un fisso di euro 4.820 euro al mese, indipendentemente dal consumo.
La quarta cifra decimale rappresenta la fonte del guadagno dello Stato. Ad esempio, anche 0,002 euro, se moltiplicati per i diversi milioni di kWh consumati dalle utenze, possono contribuire a far entrare nelle casse dello Stato ingenti cifre.
Strategie commerciali e risparmio energetico
Tra le varie aziende che oggi si propongono come fornitrici di energia elettrica, si trovano promozioni atte a sgravare la bolletta degli utenti, sia in ambito domestico che industriale. Queste strategie commerciali non possono in alcun modo modificare l'imposizione derivante dalle accise, ma operano cercando di commisurare un'offerta mirata e stabilita sulla base dei consumi dell'utente. Infatti, come si può osservare dall'analisi delle bollette, le accise compaiono sempre allo stesso modo e con lo stesso valore. Non variano a seconda del fornitore, ma sono sottoposte alla disciplina del Testo Unico e delle Regioni, come stabilito dal decreto legislativo del 26 ottobre 1995, n. 504. Sono talvolta previste delle agevolazioni che vanno a favorire chi risparmia energia. È facile trovare politiche commerciali che premiano chi richiede potenze massime di 3 kW in ambito residenziale, o chi utilizza determinate classi di consumo energetico in ambito industriale.
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