INFRASTRUTTURA UE

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Infrastruttura di interconnessione tra le reti nazionali di trasporto del gas degli Stati membri dell’Unione europea e la rete di trasporto italiana, ai sensi dell’Articolo 1, comma 1, lettera h), della Delibera ARG/gas 02/10 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas.

Per infrastruttura UE si intendono gli impianti di interconnessione esistenti tra le reti nazionali del trasporto gas che coinvolgono i Paesi membri dell'Unione Europea e l'Italia, così come precisato dall'art. 1, co. 1, lett. h) della Delibera ARG/gs 02/10 dell'Autorità Energetica.

Lo sviluppo dell'infrastruttura UE

A partire dagli anni '90, gli sforzi della Commissione Europea si sono diretti nel senso di incentivare un sempre maggiore processo di integrazione energetica tra i paesi appartenenti alla comunità (oggi Unione Europea), attraverso la creazione di reti trans-europee per il trasporto dell'energia e la creazione di un sistema integrato per le infrastrutture comunitarie. Per quanto riguarda nello specifico i sistemi esistenti sull'infrastruttura UE, questi sono tradizionalmente classificati in cinque sottogruppi principali, derivanti essenzialmente dagli accordi commerciali sull'energia esistenti tra i singoli Paesi e successivamente oggetto di revisione organica da parte delle istituzioni comunitarie. Tali sistemi, classificati come associazioni dei gestori delle reti di trasmissione dell'energia, sono: - UCTE, che rappresenta il principale complesso delle reti di interconnessione tra i diversi Paesi dell'Europa continentale, abbracciando buona parte dei paesi membri; - NORDEL, che invece presenta le interconnessioni tra le reti appartenenti ai Paesi scandinavi; - BALTSO, che riguarda i Paesi Baltici; - ATSOI, per l'Irlanda e l'Irlanda del Nord; - UKTSOA, per il solo Regno Unito. Il processo di revisione, connesso alla progressiva affermazione della legislazione liberalizzatrice, ha comportato la sostituzione di queste cinque macro-associazioni con un unico aggregato, l'ENTSO-E che racchiude in se tutti i principali processi di aggregazione, manutenzione e gestione delle reti infrastrutturali dei paesi europei: in questo modo, l'obiettivo è stato quello di eliminare i problemi derivanti dalla frammentazione dei diversi sistemi e dirimere i potenziali conflitti tra le autorità e gli enti gestori dei singoli Stati Membri, responsabili per le rispettive zone territoriali della gestione e dell'efficiente funzionamento dell'infrastruttura.

L'importanza dell'infrastruttura UE per il mercato italiano

L'evoluzione del sistema delle infrastrutture UE riveste un'importanza generale tanto per i diversi Paesi Membri, quanto, in particolar modo, per il mercato italiano. In generale, le interconnessioni permettono di risolvere le possibili criticità derivanti da condizioni di carenza di materia prima o da ciclici periodi di emergenza nell'approvvigionamento energetico: in questo modo, si fronteggiano tutti i potenziali disturbi che deriverebbero agli utenti di un mercato non unificato, potendo ciascun Paese (e, per il suo tramite, ciascun gestore) ricorrere a numerose linee di approvvigionamento diverse (secondo una logica che permette di avere delle "riserve" nel flusso di immissione cui ricorrere in caso di emergenza). Questo discorso è tanto più importante per quei Paesi, come l'Italia, che dipendono fortemente dall'importazione per rispettare il proprio fabbisogno energetico: rimanendo unicamente sull'analisi dei consumi di gas, il nostro Paese dipende essenzialmente dalle linee di interconnessione estere. Il sistema integrato dell'infrastrutture tra paesi europei permette, quindi, un accesso sicuro e semplice per l'acquisto e la vendita di energia oltre il confine nazionale. Peraltro, in un mercato estero-dipendente come quello italiano, l'efficienza dell'infrastruttura UE presenta numerosi vantaggi. Oltre alla già evidenziata capacità emergenziale, infatti, è possibile aggiungere: - il minor costo della materia prima in un mercato aperto a numerosi esportatori; - una maggiore programmabilità del quantitativo di materia prima necessario a soddisfare i consumi; - la creazione di un mercato perfettamente concorrenziale, dove i consumatori hanno la possibilità di rivolgersi anche a società estere, così da ridurre i costi in bolletta per la fornitura di materia prima.

L'importazione della materia prima da infrastrutture UE

Peraltro, l'identificazione della provenienza della materia prima da infrastrutture esistenti fra paesi comunitari o extra-Ue ha alcune ripercussioni dal punto di vista legislativo. Il Decreto Ministeriale 164/2000, noto come Decreto Letta, intervenuto per il riordino e l'apertura al mercato concorrenziale del gas naturale, ha, infatti, disciplinato compiutamente le regole concernenti l'importazione di materia prima, introducendo un regime differenziato a seconda che l'importazione provenga da paesi comunitari o non comunitari. In dettaglio, l'art. 3 del Decreto Letta, stabilisce che le attività volte all'importazione di gas naturale proveniente da paesi dell'Unione Europea è libera, con la conseguenza che le società e gli enti che vi provvedono sono soggetti unicamente ad un obbligo di comunicazione, entro sessanta giorni, al Ministero delle Attività Produttive e all'Autorità energetica (AEEG).

Le regole per la richiesta di capacità da infrastrutture UE

Altro settore legislativo in cui rileva la fonte della materia prima e l'impianto di interconnessione attiene alle richieste di creazione di nuova capacità da parte degli operatori del mercato. In tal senso, la già citata Delibera ARG/gs 02/10 dell'Autorità Energetica stabilisce che i soggetti che presentano richiesta di capacità presso un Punto di Entrata interconnesso con infrastrutture UE sono tenuti unicamente a presentare una richiesta nella quale documentare il valore e la durata dei contratti di importazione o, nel caso di soggetti che finanziano le opere di costruzione delle infrastrutture medesime, i progetti e le coperture finanziarie della realizzazione in questione.

 

Il presente testo è aggiornato al 06/10/2020

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