IL QUADRO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA IN ITALIA
In meno di un anno in Italia sono state comprate più auto elettriche di tutte quelle circolanti nel Paese a fine 2020.
Il 2021 ha rappresentato per l’Italia un momento di svolta sulla mobilità elettrica. Nei primi nove mesi del 2021, infatti, è stata superata la “soglia psicologica” delle 100.000 auto elettriche immatricolate, che significa un aumento del 333% rispetto allo stesso periodo del 2020, e soprattutto un valore assoluto pari all’intero stock di auto elettriche circolanti in Italia a fine 2020. A certificarlo è lo Smart Mobility Report della School of Management del Politecnico di Milano, uno studio annuale che fotografa la situazione dell’innovazione nella mobilità su scala nazionale. Il risultato positivo, secondo la ricerca, è attribuibile al combinato della presenza degli incentivi all’acquisto, dell’ulteriore incremento dell’offerta di modelli elettrificati disponibili e della crescente disponibilità dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico. Ma nonostante il trend sia molto positivo, bisogna anche sottolineare che in relazione allo stock complessivo di mezzi circolanti in Italia nel 2020, i veicoli elettrici rappresentano tuttora una percentuale inferiore all’1%: il percorso verso l’elettrificazione, insomma, è appena cominciato.
Il rapporto sottolinea inoltre come la distribuzione delle auto elettriche non sia omogenea su tutto il territorio italiano: il Nord Italia sembra essere più virtuoso del Centro e del Sud, dal momento che vi è concentrato il 70% circa delle immatricolazioni totali di auto elettriche, contro il 7% del Sud. Una situazione influenzata da un lato dalla diversa presenza delle colonnine di ricarica ad accesso pubblico - che inoltre sono ancora per la maggior parte (il 60% delle 21.500 totali) situate nei centri urbani - e dall’altro da una eterogeneità degli incentivi regionali e comunali all’acquisto dei veicoli elettrici, entrambi a favore delle aree del Nord.
A potenziali acquirenti e a possessori di un’auto elettrica gli autori dello studio hanno sottoposto un questionario, da cui emerge che per i primi il principale ostacolo all’acquisto di un’auto elettrica è il costo economico dell’investimento iniziale. In realtà, così suggerisce lo studio, il costo iniziale medio di un’auto elettrica è sì più alto, ma viene poi assorbito nell’arco di vita del possesso, alla fine del quale il mezzo risulta meno dispendioso di uno a benzina. Per i secondi invece, il motivo principale dell’acquisto di una vettura elettrica è il suo ridotto impatto ambientale, seguito dalla possibilità di installare un impianto di ricarica privato.
LO SHARING
La seconda possibilità elettrica dopo l’acquisto di un’auto o di un motoveicolo è lo sharing, anch’esso in aumento in generale in Italia, con due precisazioni. La prima riguarda il fatto che nel 2020 la quantità di auto e bici in sharing è rimasta sostanzialmente la stessa rispetto al 2019, mentre è aumentata significativamente quella di monopattini (addirittura +665%) e scooter (+45%). La seconda riguarda l’alimentazione. Infatti se praticamente il 100% degli scooter (in totale 7.360) e dei monopattini (in totale 35.550) in sharing sono elettrici, la percentuale fra le auto (7.300) è ancora appena del 12%.
EMISSIONI DEL SETTORE TRASPORTI TOTALI E IN PERCENTUALE A LIVELLO MONDIALE E ITALIANO
L’elettrificazione dei veicoli su strada, quando alimentata da fonti di energia rinnovabili, è uno dei più importanti obiettivi attuali, considerando che i trasporti rappresentano il secondo settore per emissioni di gas ad effetto serra a livello mondiale, con oltre 8,2 miliardi di tonnellate di CO2equivalente nel 2018 su un totale di oltre 49 miliardi di tonnellate di CO2eq, e il primo per quanto riguarda l’Italia (nonché l’unico che ha registrato un incremento rispetto al 1990, anche in virtù del contestuale trend di riduzione delle emissioni registrato nel settore delle industrie energetiche). Di queste, circa il 75% (in Italia la percentuale sale al 93%) fa riferimento al trasporto su strada.
LE LEGGI EUROPEE
L’obiettivo a lungo termine che si è posta fino ad ora l’Unione Europea in merito è di ridurre le emissioni di gas serra (GHG) nel settore dei trasporti del 90% entro il 2050. In questa direzione, a fine giugno 2021, a seguito dell’adozione da parte dell’Unione Europea di una legge europea sul clima, che inserisce nella legislazione comunitaria l’obiettivo di neutralità climatica al 2050, il target di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 è divenuto vincolante.
Da tutti questi elementi risulta chiaro quale sia la trasformazione già in atto e quale il trend del prossimo futuro: ci saranno già nei prossimi anni sempre più possessori di auto elettriche o ibride, che verosimilmente supereranno il numero di possessori di auto a carburanti fossili, sempre più stazioni di ricarica pubbliche (già in crescita a livello mondiale del 51% rispetto al 2019), e si verificherà l’abbassamento dei costi delle auto elettriche, mentre tutto lascia intendere che questo sviluppo proceda di pari passo con una crescita sostenuta della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il PNRR
Per quanto riguarda le azioni annunciate dall’Italia per recepire la legge europea, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr) italiano prevede circa 38 miliardi euro di stanziamenti rivolti alla mobilità sostenibile (pari a circa il 20% dei fondi complessivamente disponibili), volti a promuovere iniziative quali lo sviluppo di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, la diffusione del biometano per i trasporti, l’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto stradale e ferroviario e la promozione di investimenti sulla rete ferroviaria.