PRANDO: “50 MILIONI DA BPM E SACE CONTRO GLI SBALZI DEL MERCATO”

La Head of Finance di Sorgenia: “Abbiamo ottenuto la linea di credito grazie anche allo spirito collaborativo di tutti i partecipanti al tavolo. Individuato un nuovo strumento finanziario utile per affrontare l’oscillazione dei prezzi delle materie prime causata dalle tensioni geopolitiche: potrà essere utile a un’ampia platea di aziende

“Lavoro nell’area finanza da 25 anni, e questa è la prima volta in cui ho potuto verificare un coinvolgimento così autentico da tutte le parti che erano sedute al mio stesso tavolo. In un momento difficile per il Paese e per il suo tessuto economico, segnato da tensioni geopolitiche su scala internazionale e da grandi oscillazioni nei prezzi delle materie prime, insieme a Sace e a Banco Bpm siamo riusciti a individuare e a realizzare in tempi estremamente rapidi uno strumento a sostegno delle imprese che ancora non esisteva, e che potrà dimostrarsi particolarmente utile se si dovessero verificare di nuovo le condizioni del marzo 2022”.

A parlare è Nadia Prando, Head of Finance di Sorgenia, che in questa intervista racconta l’operazione di finanziamento perfezionata con Banco Bpm e Sace per 50 milioni di euro nella cornice della “Garanzia SupportItalia”, lo strumento previsto dal Decreto Aiuti per sostenere le esigenze di liquidità e gli investimenti delle imprese italiane impattate dal conflitto russo-ucraino. Si tratta di una revolving credit facility della durata di 18 mesi, finalizzata a sostenere eventuali esigenze di capitale circolante, per il rilascio di depositi di cassa (margin call) necessarie a fronteggiare le oscillazioni dei prezzi delle materie prime, gas ed elettricità, garantita per l’80% attraverso Garanzia Supportitalia.

 

Nadia, come è nato questo progetto?

Tutto è partito quando le tensioni sul mercato dell’energia erano particolarmente alte, tanto da penalizzare in modo molto pesante diversi player di questo settore, alcuni dei quali non hanno avuto la solidità finanziaria per farvi fronte. Non è stato il caso di Sorgenia, perché allora abbiamo avuto la disponibilità di risorse finanziarie per continuare a operare nel mercato, ma certamente quel momento ha evidenziato una criticità generale, per tutti i player del comparto, che era importante affrontare. Gli operatori sono stati chiamati a sforzi finanziari importanti, ed era necessario un intervento di sistema. Da qui il coinvolgimento di Sace, società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che però non aveva nella sua “cassetta degli attrezzi” uno strumento che si prestasse in modo efficace all’esigenza del momento. Ne è nato un confronto estremamente costruttivo, per individuare un tipo di supporto sul breve periodo, su un arco temporale di 18 mesi, che avesse impatto sulla cassa e non sugli investimenti di lungo periodo.

 

Come siete riusciti a individuare lo strumento migliore?

Direi che l’elemento principale è che Sace, insieme a Banco BPM, si sia seduta al tavolo per dare un contributo effettivo ed efficace agli operatori, prima di tutto per capire nel dettaglio quale fosse l’esigenza delle aziende. Trattandosi di una società strettamente correlata al ministero, e non di una banca, è chiaro che cambiare regole e protocolli per “piegare” gli strumenti esistenti alle nuove esigenze non è stato un percorso agevole. Il confronto è partito a marzo 2022, con lo shock sul mercato delle commodity, si è sviluppato nel tempo ed è arrivato alla fase finale allo scadere del 2022. Una volta individuato lo strumento più utile, sono bastate poche settimane per riuscire ad avere le delibere e quindi assicurarsi la linea di credito. Per arrivare a questo risultato abbiamo dovuto lavorare su più livelli, perché man mano che proseguiva il confronto con Sace e Banco BPM abbiamo mantenuto uno stretto contatto con il business e ci siamo impegnati a declinare nel modo migliore le richieste raccolte. Così, dopo l’estate, mentre Sace proseguiva nella messa a punto dello strumento, il nostro compito è stato quello di farci trovare pronti, anche immaginando un protocollo che poi potesse diventare un quadro di riferimento per le operazioni di questo genere.

 

Possiamo definirlo come un risultato dettato dall’emergenza?

Di certo abbiamo registrato una grande comunità di intenti di tutte le parti coinvolte: la situazione di emergenza ha contribuito a coinvolgere concretamente le persone per capire come fosse possibile collaborare nel modo migliore e celermente. Ora che i “picchi” dei prezzi delle materie prime sembrano meno accentuati, e che le aziende hanno fatto il possibile per prendere ogni contromisura, rimane il fatto che Sace ha nel suo basket uno strumento di breve termine funzionale a esigenze di cassa delle aziende che prima non aveva. Sace ha già tante frecce al suo arco, ma questa non era ancora stata “forgiata”: credo che l’averla individuata e messa a disposizione sia un risultato importante per il tessuto industriale.