I VANTAGGI DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE: RISPARMIO, ENERGIA GREEN E A KM0
Conversazione con Fabrizio Prestinoni, Head of PA Green Tech Sales di Sorgenia, in merito ai temi del seminario “Le Comunità energetiche: tra aspettative e realtà”
Il Decreto Milleproroghe 162/2019 ha introdotto nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). Una comunità energetica è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e PMI che collaborano all’autoproduzione e consumo di energia rinnovabile. Dello stato dell’arte delle Comunità Energetiche in Italia si è discusso nel corso del seminario “Le Comunità energetiche: tra aspettative e realtà”.
All’evento hanno partecipato numerosi relatori: Simone Benassi (Enel), Fabio Binelli (Anci Lombardia), Tommaso Maria Galassi e Francesco Avesani (Edison), Andrea Galliani (Arera), Calogero Micciché (Università Cattolica del Sacro Cuore), Enea Moscon ed Elisabetta Bourla (A2A), Fabrizio Prestinoni (Sorgenia), Davide Valenzano (GSE), Roberto Zoboli e Francesca Giuliano (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Del convegno ne abbiamo parlato con Fabrizio Prestinoni, Head of PA Green Tech Sales di Sorgenia.
Quali sono i temi forti emersi nel corso del seminario “Le Comunità energetiche: tra aspettative e realtà”?
I temi sono diversi e confermano il grande interesse da parte di molti operatori del mercato energetico relativamente allo sviluppo dei progetti di comunità rinnovabili. Tanta è l'attesa da parte delle diverse Istituzioni preposte all'erogazione degli incentivi previsti, ma anche da parte del pubblico. Oggi c'è un'esposizione mediatica dell'argomento veramente marcata. Questo interesse è testimoniato dal fatto che ogni giorno ci sono iniziative come webinar, convegni, seminari e forum di discussione su questo argomento che, ricordiamo, sta per concludere la prima fase pilota, avviata il 1° marzo del 2020 con il decreto Milleproroghe. L'altro aspetto è che sono molti gli operatori attivi, con diverse declinazioni.
Quali sono queste declinazioni?
C’è chi presta una maggiore attenzione alle forme di autoconsumo collettivo, in particolare alle forme di condivisione dell'energia sviluppate sui condomini. C’è, invece, chi, come noi, ha riposto maggiore interesse e ha sviluppato più iniziative nell'ambito della comunità energetica nella sua accezione più ampia, cioè una pluralità di soggetti che vivono in soluzioni abitative differenti, con diverse forme di produzione e consumo. Tra queste persone, infatti, alcune saranno produttori, altri consumatori, altri prosumer.
Qual è lo stato dell’arte dal punto di vista regolatorio?
La regolazione non è ancora compiuta, serve un passaggio importante: l'approvazione dell'ultimo tassello, il decreto inviato in Commissione Europea per un parere, una valutazione e un'approvazione del regime incentivante da parte del MASE (Ministero per l'ambiente e la sicurezza energetica). L’aspettativa, al netto delle eventuali richieste di integrazione, è che questo decreto possa arrivare in tempi brevi. Questo porterebbe a compimento il quadro di recepimento della Direttiva europea Red II (numero 2001 del 2018) attuata dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 entrato in vigore il 15 dicembre 2021, che prevedeva degli step attuativi che non sono stati ancora portati a compimento. Quindi aspettiamo il pieno recepimento del decreto MASE per avere un quadro regolatorio stabile, portando a conclusione la fase sperimentale innescata da Milleproroghe. L'instabilità o l'incertezza attuale probabilmente hanno frenato lo sviluppo delle comunità energetiche.
Quali erano le aspettative di sviluppo delle Comunità energetiche?
Nel nostro Osservatorio abbiamo rilevato che c’era un'aspettativa di diverse decine di migliaia di comunità energetiche rinnovabili (REC): tra 20 e 40.000 portate a completamento nel 2025.
Invece quanto sono diffuse le REC nel nostro paese?
Oggi ci sono poche decine di progetti completati. Sono coinvolti grandi player, c’è tantissima attività regolatoria, istituzionale e ci sono molti fondi disponibili, solo il PNRR ha previsto 2 miliardi di euro, però non ci sono più di 20 progetti realmente completati a livello nazionale. Almeno questo è quello che sappiamo perché non c’è una lista ufficiale. Quindi c'è ancora una grande distanza tra l'aspettativa, l'attesa, l'impegno e la realizzazione.
Perché c’è questa distanza?
Per via dell’incertezza delle regole e degli incentivi. Resta fondamentale sapere per quanto tempo saranno erogati incentivi, con che modalità, quali saranno i contributi a fondo perduto. Ecco, queste incertezze compromettono lo sviluppo dei progetti, perché per un investitore istituzionale o privato, la certezza delle regole è fondamentale per fare la valutazione sulla bontà dell'investimento stesso.
In che modo Sorgenia supporta lo sviluppo delle comunità energetiche?
Garantendo un servizio chiavi in mano. Dal primo momento di contatto con qualunque soggetto, pubblico o privato, che intende realizzare un progetto, Sorgenia mette a disposizione servizi di analisi preliminari, di studi di fattibilità, di studi tecnici operativi di sviluppo degli impianti. Poi, attraverso la nostra controllata al 100%, Sorgenia Green Solution, possiamo perfezionare la costruzione delle opere. Voglio ricordare che bisogna sempre passare attraverso la realizzazione di impianti a fonte rinnovabile per poi offrire il servizio after delivery dell'impianto. Sorgenia offre supporto anche nella costituzione del veicolo giuridico, nonché per tutto il processo di abilitazione presso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e per la gestione della CER, anche attraverso soluzioni digitali di nuova generazione. Quindi Sorgenia oggi è un protagonista del mercato energetico in grado di rendere disponibili soluzioni integrate a 360° per la costituzione, dal primo all’ultimo step, di REC.
Quanto è grande una Comunità energetica?
Le faccio l’esempio di Turano Lodigiano, un piccolo comune in provincia di Lodi da 1.500 abitanti, che ha ospitato la prima Comunità energetica da noi costituita - la prima in Lombardia - nonché la seconda in Italia. La Comunità di Turano Lodigiano ha un impianto piccolo, da 46 kilowatt, ha una trentina di famiglie annesse, le nove utenze comunali e la parrocchia. Non ci sono limitazioni di aggregazione, fatto salvo il limite del singolo impianto di un megawatt, però possiamo ragionare su comunità che possono avere 300-400-500 famiglie intorno a impianti di più grandi dimensioni. Noi, in particolare, stiamo curando lo sviluppo di progetti che, complessivamente, arrivano ad aggregare fino a mille soggetti nelle diverse configurazioni.
Quali sono i vantaggi di aderire?
Per chi aderisce c’è la possibilità, senza cambiare fornitore, senza cambiare contatore, senza fare nulla se non sottoscrivere la sua partecipazione volontaria, di condividere energia rinnovabile, quindi senza emissioni di CO2, prodotta a Km zero. A questo aggiungiamo che, per effetto degli incentivi, può avere un beneficio economico. Quest’ultimo non è straordinario, non stravolge la vita di una famiglia ma può portare a risparmiare fino a una mensilità della propria bolletta energetica. Ciò significa che una famiglia che aderisce a una Comunità energetica consuma per dodici mesi ma paga per undici, perché il vantaggio economico dagli incentivi è equivalente a una mensilità del consumo di una famiglia media. È un risparmio non trascurabile se pensiamo che, per avere un vantaggio analogo, oggi si dovrebbero cambiare in un anno circa diversi fornitori.
Di cosa, secondo lei, ci sarebbe bisogno per sviluppare le comunità energetiche nel paese?
C’è bisogno di maggior consapevolezza e questo passa da un'informazione più mirata. Fare comunità non vuol dire solo avere accesso a un incentivo, vuol dire condividere energia verde nella logica di nuove abitudini di consumo che massimizzino il consumo quando le fonti rinnovabili producono. Dunque, da un lato ottimizzare la produzione di fonte rinnovabile, dall'altro portare un beneficio concreto perché si consuma quando una fonte rinnovabile, cioè senza emissioni, produce.